Quando ho incontrato AVIS, ADMO e AIDO nella mia scuola non immaginavo che con un piccolo gesto avrei potuto cambiare il destino di una persona. Me ne sono reso conto un paio d’anni dopo, quando sono stato chiamato perché compatibile con un paziente che aveva bisogno di un trapianto di midollo osseo.
Ho fatto tutti i controlli del caso e una mattina, invece che andare all’Università, sono andato al centro trasfusionale per donare, con un prelievo del sangue, tramite aferesi: in poche ore si è concluso tutto, e il tempo è passato chiacchierando del più e del meno con la mia ragazza.
Poi sono andato a casa, e ho continuato a vivere la mia vita, senza rendermi davvero conto di quello che avevo fatto. La consapevolezza è arrivata solo qualche mese dopo, quando mi è stata consegnata una lettera dalla persona a cui avevo donato: “Non ti ho chiesto nulla, ma tu hai saputo donare, e ho ricevuto una nuova vita, la mia rinascita”.
Queste parole mi hanno tolto il fiato, commosso, cambiato. Anche se non avevo una foto né un nome, ho dato un volto alla persona che avevo provato a salvare, e ho scoperto di avercela fatta. Ho capito quanto dolore avevo evitato, facendo così poco. E ho provato che salvare una vita può dare un senso alla tua stessa vita.
Fonte dell’articolo: www.admoemiliaromagna.it