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Nel suo zaino non possono mai mancare il costume da bagno, la crema solare e, ovviamente, una buona scorta d’acqua: in un giorno solo possono volercene fino a sette, anche otto litri per compensare le centinaia di chilometri in sella al proprio monociclo. «E poi concentrazione, equilibrio, forza, un carico immateriale che va a unirsi alle esperienze umane». È la rinascita, grazie allo sport e alla determinazione, di Cataldo Mussuto, 31 anni, per il mondo social Catabike e bolognese d’adozione da più di dieci anni. Oggi le Due Torri lo fanno sentire a casa nonostante un legame inscindibile con la propria terra d’origine, Cariati (Cosenza), e ogni giorno gli fanno ricordare il valore del «prendersi cura e del curare».

 

«Ho cominciato a risalire l’Italia a 16 anni – racconta –, quando ho scoperto di avere un linfoma non Hodgkin e ho iniziato le terapie. A Bologna sono guarito ed è a lei che devo la mia seconda vita». Ora, quasi a voler ricambiare quanto ricevuto, ha unito la determinazione a fare la propria parte e la passione per l’attività fisica: «Qualche anno fa ho incontrato una ragazza alle prese con il suo monociclo ai giardini Margherita – continua Cataldo –: non avevo idea di come imparare a usarlo, nonostante una passione per la bicicletta di lunga data».

Tentativo dopo tentativo è diventato inarrestabile, tanto da aver accumulato migliaia di chilometri, da nord a sud dell’Italia e pure oltre confine. Ma molti dei suoi viaggi non sono semplici gite, sono veri progetti solidali: «Il primo di questi è stato a favore dell’Ail – ricorda il ragazzo –, compiendo tutto il tragitto verso Cariati in sella alla mia grande ruota. Non a caso il suo nome è stato “L’equilibrio verso casa” ed è così che sono riuscito a raccogliere seimila euro in 40 giorni; con la semplice forza della mia testimonianza nelle piazze».

 

La ricerca dei donatori

Ecco, le piazze: sono le tappe più belle di ogni viaggio. «Indipendentemente dal raggiungimento dell’obiettivo di partenza, è impagabile fermarsi a parlare con le persone e vedere la folla ampliarsi». Così è stato anche e soprattutto nell’ultimo viaggio solidale, “Match on The Road” a favore di Admo: «Un giorno mi è capitato di leggere l’appello di un ragazzo per un midollo osseo – spiega Cataldo –: sono rimasto colpito da quanto sia complicato trovare un donatore compatibile in rapporto al numero di persone.

Così a maggio 2022 ho deciso di mettermi in marcia, da Bologna a Nizza, con l’obiettivo di trovare cento nuovi donatori per Admo». È riuscito a coinvolgerne attivamente un po’ meno, eppure la ricchezza dell’esperienza è ben più elevata. Restano impresse le domande e la curiosità dei giovani, «ma anche l’aver portato dietro giusto una tenda da bivacco e una coperta per dormire sulle spiagge, un po’ di cibo liofilizzato e un kit medico». Il resto della storia è ancora da scrivere: «Dopo tanto raccontare la mia vicenda vorrei partire per un viaggio personale – conclude –, non necessariamente legato a un progetto, ma che mi porti ad ascoltare gli altri».