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Raccontare la propria storia…LA TESTIMONIANZA DI MAMMA CINZIA

 

 
 
Cercare di tradurre in parole i sentimenti, le paure, le speranze, le angosce, il terrore che ti stringe la gola e che ti schiaccia a terra immobilizzandoti. L’impotenza, la vita che ti impatta al suolo con talmente tanta forza da lasciarti in silenzio, quel silenzio che se avesse voce sarebbe un urlo così forte da fracassare il mondo. Mi chiamo Cinzia e per la seconda volta, mia figlia ha dovuto combattere una leucemia linfoblastica acuta, questa volta con trapianto di midollo osseo. Ha solo 24 anni ed é una brillante studentessa di medicina, ora sa più che mai i pericoli che corre, il percorso che l’attende.

 

 

Il colloquio con l’oncologo è graffiato indelebilmente nella mia mente, l’immagine che non andrà mai via dai miei occhi é quella della sua mano che cerca la mia e la stringe forte, quasi a darmi lei forza e sostegno. Cominciano le cure, le sofferenze e la ricerca di un donatore compatibile – la sorella non lo é – un fratello gemello da una qualunque parte del mondo, “il suo principe azzurro” e parte proprio da lei la campagna di sensibilizzazione alla donazione del midollo con la sua frase “insieme é più facile” e per tutti diventa “un midollo per Francina”.

Dopo qualche mese, a metà della cura i dottori ci dicono che ESISTE, l’hanno trovato, compatibilità 100%,é greco, ha 31 anni, gode di ottima salute e ha ACCETTATO. Non ci sono parole per descrivere quel momento, una corda per uscire dal baratro ci veniva lanciata da uno sconosciuto, una mano stringeva le nostre con tanta forza da infonderci ancora fiducia in quella vita che ci aveva tradito due volte.

La felicità é tornata nei nostri occhi, abbiamo pianto di gioia e quel “principe azzurro” é diventato il nostro eroe greco. Il primo marzo viene fissato il trapianto, é da mesi che non faccio che pensare al mio eroe, sono preoccupata che qualcosa vada storto, che all’ultimo possa rifiutarsi, ma non sarà così, il nostro principe mantiene le promesse e dona più del necessario. Sono fiera di lui, di quello che ha dato alle nostre vite, del gesto immenso che ha fatto.

I medici mi dicono che manca un’ora all’atterraggio della sacca e io instupidita guardo continuamente fuori dalla finestra, come se potessi vederlo arrivare, come se potessi accompagnarlo con lo sguardo, qui al sicuro da me.. Finalmente arriva il momento, vedo il midollo tra le mani della dottoressa, e piango, penso a lui, vedo mia figlia pronta entusiasta, felice. Non sembra neanche di essere in ospedale, é una festa, ci sono gli amici collegati, il papà, la sorella. Due ore é durato, due ore di amore disinteressato.

 

 
 
 
 
Vita salvata e insieme alla sua, tutte le nostre. Non c’è un momento più forte di questo che io abbia mai vissuto, né gratitudine più grande che io possa mai provare. Ho tre figli da quel momento, il mio “preferito” vive in Grecia, ha il mare dentro e il sole nel cuore. Non ha un volto, non ha un nome, ma é nei miei pensieri sempre, gli voglio un bene inimmaginabile, non fa solo parte della mia vita, ne é la parte bella.

 

 
 
 

“È in volo, arriverà tra 1 ora a Ciampino”. Me lo hanno appena comunicato i medici e il battito si é accelerato, gli occhi inumiditi. La testimonianza di Francesca

 

 
Hai mandato una parte di te a me. Hai donato la vita alla mia vita. Non so come ti sei sentito quando ti hanno chiamato per dirti che c’era una ragazza che aveva bisogno di te, ma posso provare a raccontarti come mi sono sentita io quando i medici mi hanno comunicato che avevi accettato.

 

Sono passata dalla disperazione della diagnosi alla felicità di sapere che tu esistevi, tu lontano, ma subito a noi vicino. Esistevi e avresti potuto far sì che tutti noi continuassimo ad esistere. Hai subito ACCETTATO di salvare me, il papà, la sorella, gli amici, la nonna, il suo cagnolino e i pazienti che un giorno potrà curare, grazie a te, nella sua futura brillante carriera medica.

Ho sentito improvvisamente un amore incontenibile verso la tua persona, ho provato ad immaginare la tua vita, le cose che fai, le cose che pensi, l’immensità del tuo gesto e ho iniziato a preoccuparmi per te, come se da quel momento in poi, tu fossi mio figlio.

Chissà quante volte ti saranno fischiate le orecchie negli ultimi mesi, beh preparati ti fischieranno a vita. In un momento come questo poi, di guerre e di odio, tu mi hai fatto riflettere ancora di più sul tuo gesto: salvare una vita, una vita che dietro di sé porta altre vite, la vita di una ragazza straordinaria di cui sono madre orgogliosissima.

Posto questa lettera per ringraziarti, almeno finché non potrò abbracciarti di persona, e per contribuire con la mia esperienza a divulgare la necessità di aiutare gli altri con gesti come il tuo. I miei post per chiedere aiuto cominciavano sempre con le parole “Sii Speciale”, ecco io ti ho trovato, tu sei speciale e spero che chi legga questa testimonianza si candidi ad essere speciale come te. Dirti grazie non sarà mai abbastanza, aspetto di abbracciarti forte e di sentire il tuo respiro sul mio respiro, il tuo cuore battere a contatto col mio. Grazie,mio eroe greco ❤️