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A cosa serve la donazione di cellule staminali emopoietiche (CSE)?

 

Iniziamo con il definire cosa siano le CSE. Le Cellule Staminali Emopoietiche, come già detto nel paragrafo precedente, sono l’origine di tutti gli elementi fondamentali del sangue (globuli rossi, bianchi e piastrine). Sono presenti in numero relativamente scarso, ma hanno una capacità rigenerativa incredibile. Infatti, possono produrre ogni giorno dai 200 ai 400 miliardi di nuove cellule del sangue per mantenere invariato il loro numero nell’organismo per tutta la vita (anche se dovessero essere prelevate con la donazione!).

Parliamo ora del midollo osseo.

Quando parliamo di midollo osseo ci riferiamo ad una componente diversa dal midollo spinale (dunque, il midollo osseo non va confuso con quello spinale). Si tratta di un tessuto molle situato nelle cavità del tessuto osseo, il quale produce e rinnova le cellule ematiche (globuli bianchi, rossi e pastrine).

Possiamo definirlo come il centro da cui hanno origine tutte le cellule del sangue. Queste cellule vengono poi immesse in circolo da cellule progenitrici: le cellule staminali emopoietiche (CSE). Tali cellulle hanno una grande capacità autoriproduttiva e possono proliferare a ritmi intensi differenziandosi nei vari elementi cellulari maturi del sangue circolante. Il midollo osseo è presente in diverse componenti del sistema schelettrico: sterno, costole, scapole, femore e ossa del bacino.

Come avviene la donazione di cellule staminali emopoietiche (CSE)?

Da sangue periferico, dopo la somministrazione sottocutanea di un farmaco, chiamato fattore di crescita: il sangue viene prelevato da un braccio e attraverso il circuito entra in una centrifuga dove le CSE vengono isolate e raccolte in una sacca apposita, mentre il resto del sangue viene reinfuso al donatore nel braccio opposto. La procedura ha una durata di alcune ore.

Oppure, attraverso prelievo dalla cresta iliaca (ossa del bacino): è ormai utilizzata soltanto nel 20% dei casi. Ildonatore viene sottoposto ad un’anestesia generale in modo che non senta alcun dolore durante
l’intervento. La procedura prevede due giorni di ricovero in ospedale.

A cosa serve la donazione?

 

Finalmente, dopo una breve introduzione sul midollo osseo in generale e le CSE, è giunto il momento di andare a vedere a cosa effettivamente serva la donazione di midollo osseo (chiamata anche donazione di CSE).

Molti pazienti affetti da gravi malattie del sangue, come per esempio la leucemia, la anemia aplastica, il linfoma non-Hodgkin e le malattie genetiche del sangue o del sistema immunitari. Per trattare queste malattie, che appunto vanno a far ammalare il midollo osseo del paziente, è necessario un trapianto di cellulle staminali emopoietiche (CSE) sane da parte di un donatore compatibile per assicurare una cura con percentuali di guarigione estremamente più alte rispetto a quelle ottenibile con le terapie convenzionali.

 

Oltre 30 anni fa il trapianto di midollo osseo veniva effettuati solamente tra fratelli compatibili con HLA identici. Tuttavia, si constatò che oltre il 70% (un numero ahimè troppo elevato) dei pazienti a rischio non poteva giovare di una terapia volta a una guarigione valida. Questa statistica spinse gli ematologi a cercare il donatore al di fuori dell’ambito familiare. I risultati soddisfacenti ottenuti ricorrendo a donatori non familiari hanno portato, nonostante la difficoltà nel reperire soggetti con caratteristiche genetiche simili, al fiorire in tutto il mondo di Registri Nazionali di potenziali donatori di midollo osseo (in Italia è rappresentato dall’IBMDR con sede al Galliera).

 

Questi registri sono delle banche dati collegate tra loro in una rete internazionale, che aumentano in maniera estremamente efficacie la possibilità di trovare un donatore compatibile con i pazienti della rete. L’istituzione di questa rete capillare tra i registri è stata assolutamente necessaria per aumentare la probabilità di reperire un donatore compatibile che, stante l’elevato numero di combinazioni possibili (polimorfismo) del sistema HLA, è solamente 1 su 100.000.

 

In Italia, nel 1989, è stato avviato il programma denominato “Donazione di midollo Osseo“, portando alla conseguente istituzione del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo, conosciuto a livello internazionale come IBMDR (Italian Bone Marrow Donor Registry), con sede a Genova presso il Laboratorio di Istocompatibilità dell’E.O. “Ospedali Galliera”. Il Registro ha lo scopo di procurare ai pazienti ematologici in attesa di trapianto, ma privi del donatore ideale (il fratello HLA-identico), un volontario, estraneo alla famiglia, con caratteristiche immunogenetiche tali da consentire l’atto terapeutico con elevate probabilità di successo.