È possibile che un libro ti cambi la vita?
A me è successo. Ero appena diventata mamma del mio secondo figlio quando in biblioteca finì tra le mie mani un libro. Mi colpì il titolo “Come pietra solcata dal vento“. Incuriosita dalla storia sul retro del libro lo portai a casa e iniziai a leggerlo. Era una sorta di diario.. il diario di una mamma, Cecilia, colpita da leucemia. Quella storia mi apri un mondo che per fortuna non conoscevo.. quello dei malati che attendono come ultima spiaggia un donatore di midollo osseo. Non potevo più girare la testa dall’altra parte dopo aver letto quello che scrisse.. era una mamma come me ma a differenza mia lei non poteva neanche stringere fra le braccia il suo bambino di appena 3 mesi.
Fu così che feci la mia scelta..
una scelta piena di paure ma con la speranza di poter cambiare un pochino le cose. Passarono 7 anni fino a quel “fatidico”, splendido giorno nel quale ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto. Quando chiamati si presentarono cosi “Centro donatori midollo osseo Udine”. Le mie parole furono queste: “Ma davvero????” Non ci potevo credere.. 1 su 100.000 e chiamavano me? Lo stupore e la gioia fu grandissima.. quando lo raccontai ai miei colleghi di lavoro scoppiai a piangere. Potevo davvero fare qualcosa di straordinario della mia vita.. potevo davvero essere utile.. quel libro non sarebbe stato scritto invano. Feci gli esami iniziali e mi dissero che da lì a tre mesi potevo essere chiamata.
Ogni giorno di quell’estate passò pensando alla persona che stava al di là del mio vetro e che forse non avrei potuto aiutare… fino a quando mi richiamarono.. il mio cuore scoppiò di gioia! Diventava tutto reale! Iniziai davvero il percorso di preparazione e mi comunicarono la data che resterà segnata nella mia vita (che per privacy non posso dire….) Quella splendida mattina di sole accompagnata da mia sorella gemella entrai all’ospedale e mi guardai intorno.. vedevo le persone che attendevano di entrare al reparto di ematologia e sentivo che potevo aiutare qualcuno come loro.
Non posso spiegare come mi sono sentita in quel giorno
ma pensavo a Cecilia, da lassù dove ha gettato il suo seme quel seme poteva crescere. Ho donato anche il giorno dopo e mentre uscivo dal reparto di ematologia dopo gli ultimi controlli un ragazzo mi salutò e mi chiese se ero lì per ricevere il trapianto. Gli risposi che avevo appena donato e lui non la smetteva di farmi i complimenti per il mio gesto.
Mi raccontò che lui aveva avuto 2 donatori (addirittura) ma che poi nessuno dei due poi aveva donato. Mi veniva da piangere.. io non potevo più farlo.. il mio nome dopo la donazione veniva cancellato dal registro… giuro non esagero nel dire che mi sono sentita come Schindler alla fine del film quando davanti ai suoi operai salvati piange e dice.. avrei potuto salvarne ancora uno.. ancora uno.. Questa mia esperienza la voglio dedicare a quel ragazzo che ho incontrato alla fine del percorso con la speranza che questa mia testimonianza possa cambiare la vita di una persona maturando la scelta di diventare anch’essa donatore. Ringrazio anche Cecilia.. senza di lei nulla poteva diventare possibile
e mando un saluto A TE CHE HAI SCELTO ME.. tu sai.
Chiara B.
Fonte dell’articolo: admolombardia.it