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Sono Diletta e ho 23 anni.

La mia storia inizia il 27 dicembre 2019. Poco dopo Natale. Mi hanno diagnosticato subito una leucemia linfoblastica acuta e da lì è partito il mio viaggio. Lo chiamo così perché nei viaggi si cresce, si impara, si sbaglia, ci troviamo di fronte a nuovi scenari che a volte possono spaventare, ma che poi diverranno per sempre parte del nostro bagaglio di vita. La prima cosa che ho detto a mia mamma quando ci hanno dato la notizia è stata: “Questo è mamma, che si voglia o meno. Adesso si fa quel che si deve fare per rimanere in questo mondo”.

Subito ho iniziato le terapie e ho cercato fin da subito di prenderla sul ridere, ho provato a sdrammatizzare, delle volte risultando anche superficiale, ma era il mio modo di dire “a chi vuoi far paura?”. Poco dopo mi è arrivata la notizia che avrei dovuto fare un trapianto di midollo osseo perché non sarebbe bastata la chemioterapia. Allora ho detto di nuovo ad alta voce (tremando un po’ di più questa volta): “Faremo tutto ciò che è necessario fare”. Mi spaventava, ma sapevo che andava fatto.

Arriviamo a maggio e finalmente arriva la buona notizia: “abbiamo trovato un donatore 100% compatibile” e lì c’è stato il primo respiro di sollievo dopo 5 mesi. Poi arriva giugno, il 1 giugno, quello che poi è diventato il mio secondo compleanno: il giorno del trapianto, il giorno della rinascita.

Il mio donatore l’ho chiamato Hans, e ogni volta che riesco di nuovo a fare una cosa che purtroppo la malattia mi aveva tolto, dico sempre tra me e me: “Hans è forte, lo sapevo io, è pazzesco e siamo pazzeschi insieme. Hans è qui con me e mi stringe la mano, siamo forti insieme.” Ogni giorno penso alla sua generosità, al suo modo di essermi vicino, mi ha restituito la libertà che la malattia mi aveva tolto.

Adesso sono passati 5 mesi dal trapianto e mi sento guarita. Qualcuno ha dato la vita per me, e questo mi lusinga. Mi fa apprezzare al massimo ogni secondo della mia vita. Sono una nuova persona perché il tumore ti cambia, come qualsiasi viaggio d’altronde. Voglio dire a tutti coloro che stanno affrontato questo tipo di viaggio che magari sì, non sarà un viaggio come tutti gli altri, come quelli che avete fatto durante le estati precedenti, ma è pur sempre un viaggio: apprezzate ogni momento, vivetevi la sofferenza, la paura, le gioie, i dolori, tutto. Piangete se vi va, piangete forte, ma ricordatevi anche di ridere. Seguite sempre lo straordinario, perché lo straordinario siete anche voi: lottate per questo.

Dicono che ci sia un tempo per seminare e uno più lungo da aspettare. Si aspetta, si fatica, si semina. Il seme germoglierà e rioffrirà vita ad un nuovo fiore. Tornerà tutto, non diffidate, e abbiate sempre speranza. Sarà lei ad aiutarvi, sempre. Andrà tutto bene, dovete solo mettervi a camminare e raggiungere la cima di montagne nuove. Da lì poi, finito tutto, vedrete un mondo più bello. La vita dopo è meravigliosa.

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